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Racconti per Cina Viaggio

Infinita Cina-3

Da Frizza,2014-02-28

Seconda tappa del nostro viaggio, Xi’an è un altro mondo! Città da cui iniziava la via della seta, ha un quartiere musulmano con la sua Moschea in stile sino-arabo, popolato dai discendenti dei vecchi mercanti. Le incisioni sui muri della Moschea sono in entrambe le lingue e nel giardino il richiamo al feng shui e all’architettura cinese crea un’atmosfera unica. Il mercato nei pressi della Moschea è un insieme di colori e profumi. Qui si può trovare di tutto dalle sete, ai dipinti, dai ricordi della rivoluzione a ogni sorta di cibo di strada. Meritano certamente una visita la Pagoda dell’oca selvatica e le Antiche Mura. A cena siamo andati in un ristorante, lo Shaanxi Grand Opera House, dove si può assistere ad uno spettacolo ispirato all’epoca Tang. Il tutto sembra un po’ una delle solite trappole per turisti, ma comunque meritano una visita sia gli ottimi ravioli che il balletto con i suoi splendidi colori.

 

Un’intera giornata va dedicata ai musei locali. Le statue di terracotta valgono da sole tutto il viaggio. Ognuna è diversa dalle altre ed è piena di dettagli e particolari. Osservo anche qui cinesi di tutte le età in visita al museo, nonostante il biglietto di ingresso sia elevato per il salario medio cinese, nessuno vuole perdersi la visione del mitico esercito del fondatore della Cina. Mi siedo accanto ad una signora e le chiedo se posso fotografarla, inizialmente mi fa segno di no, quando le dico “si?!” in cinese i suoi amici contenti iniziano a fotografarci insieme. Nei negozi poi, nel primo pomeriggio, una scena che non ti aspetti: le commesse poggiano la testa sulle braccia e dormono tranquillamente durante la pausa pranzo! Un’altra scena che non ti aspetti sono i bambini piccoli senza pannolini: un’apertura sul pantalone rende agevole le operazioni in caso di “bisogno”. Qualcuno ci ha detto che è un’abitudine, qualcuno che i pannolini costano troppo, fatto sta che i bambini camminano con il sederino all’aria aperta!

 

Altro museo che merita una visita è quello della Tomba di un imperatore, lo Hanyangling Museum. Qui le statue sono più piccole di quelle dell’esercito e rappresentano un mondo diverso, quello della vita di corte.

 

Lasciamo Xi’an con l’immagine ben impressa dei colori di questa città antica e variegata e veniamo ancora una volta trasportati in un altro mondo: Guilin! Il nome significa bosco di Osmanto e l’Osmanto è davvero ovunque! Il tè di Osmanto, liscio o miscelato al tè verde è dolce e delizioso. Un capitolo a parte è l’uso che i cinesi fanno del tè. Oltre alle numerose sale da tè (indispensabile una visita!) vediamo che ognuno ha il suo thermos con il filtro pieno di una delle mille miscele profumate e ovunque è possibile riempirlo di acqua calda: anche in aeroporto, oltre agli erogatori di acqua fredda, si trovano quelli di acqua calda destinati a questa abitudine che in realtà è un po’ uno stile di vita da sorseggiare durante la giornata. “Il primo tè si da ai nemici”, il primo infuso viene infatti gettato via perché troppo intenso (o forse per lavare le foglie) comunque abbiamo bevuto tè di seconda o terza infusione e ogni volta sembrava di assaporare le declinazioni di uno stesso profumo. Il tè di Osmanto è meraviglioso, in genere è bevuto da solo o miscelato con tè verde ma non siamo riusciti a trovarlo fuori Guilin. Grazie al clima più caldo, qui sono già fioriti i pompelmi e durante la gita in battello sul fiume Li (da Guilin a Yangshuo) ne veniamo avvolti dal profumo mentre intorno siamo circondati dalle colline “pan di zucchero”.

 

Arrivati al villaggio di Yangshuo, al termine della gita in battello, dalla piazza principale prendiamo un taxi/pulmino e andiamo in campagna. Nel centro di Yangshuo è possibile anche affittare delle biciclette per girare i dintorni del villaggio ma se il tempo è poco il pulmino è un’ottima soluzione. In campagna visitiamo un’antica casa di contadini che ci offrono frutta e arachidi freschi: gustosissimi! La vita in campagna è decisamente meno frenetica, vediamo gente che gioca a carte e una casa di lamiera per metà chiusa e per metà aperta in cui si vede un televisore acceso (nessuno è riuscito a capire da dove arrivasse la corrente elettrica) e poi bancarelle di cibo di strada e cianfrusaglie di ogni genere sulla strada principale. Ci troviamo per strada all’uscita di scuola e l’arte di arrangiarsi si manifesta tutta davanti ai nostri occhi: i bambini tornano a casa su carretti di ogni tipo, trainati da nonni e genitori su biciclette e motorini che ne trasportano numerosi (ne abbiamo contati fino a 5 su un motorino), tutto in una guida chiassosa e disordinata che non conosce codice della strada. La guida ci ha spiegato che in campagna c’è la “scuola della speranza”, gratuita e accessibile a chi non può arrivare o permettersi la scuola pubblica o privata 

 

In generale comunque in tutta la Cina abbiamo visto macchine costosissime e mezzi di trasporto di ogni tipo. Ci è stato spiegato che ciò che costa, quando si vuole una macchina, è la targa, assegnata con asta o sorteggio. Una volta ottenuta, la targa è tua per tutta la vita ma il costo è tale che non è giustificabile per una piccola auto. E così, condividono le strade con le auto, cavalli, asini, motorini e biciclette con rimorchi di ogni dimensione e carico.

 

La sera andiamo nel centro di Guilin per una passeggiata, il parco è pieno di gente, vediamo balli di gruppo, donne che si esercitano al ballo con i ventagli e un mercato pieno di tutto. In tutte le città che abbiamo visitato abbiamo incontrato tantissimi commercianti ed, essendo spesso gli unici turisti, siamo stati l’obiettivo dei venditori degli oggetti più svariati. Mostrare anche solo un pizzico di curiosità per qualcosa dà il via ad una contrattazione da cui è impossibile uscire senza un acquisto. Tutti i venditori, sia nei negozi che in strada, tirano fuori la calcolatrice su cui verranno digitati gli importi della contrattazione da entrambe le parti. Il tutto ognuno nella propria lingua!

 

Ultima tappa, Shanghai è una nuova scoperta! Qui la gente parla inglese, la metro è bilingue e tutto ci parla di modernità e di futuro. Ovunque ci sono grattacieli in costruzione. La vista sul fiume dal Bund è un salto nel tempo, da un lato palazzi europei del periodo coloniale, dall’altro, sull’altra sponda, costruzioni futuristiche che sembrano uscite da un film di fantascienza. La città è in continua evoluzione, visitiamo la Città Vecchia e il Giardino del Mandarino Yu, il Tempio del Buddha di Giada e decidiamo di fare un giro sul treno magnetico che raggiunge i 430 Km/h. Camminando, vediamo una chiesa tra i grattacieli e di fronte i cartelli stradali che indicano il Nord e il Sud in pieno spirito feng shui. Facciamo un giro nel Parco del Popolo, meravigliosamente fiorito di ciliegi. Visitiamo il Museo Nazionale, completamente gratuito e dove ci sono opere dei vari periodi. Guardandole, si nota che ogni dinastia ha il suo stile. Il principio dell’amore filiale di confuciana memoria stabilisce che la grandezza e la bravura dell’allievo dipendono dalla bravura che ha nel copiare il suo maestro e così si notano grosse differenze solo tra le diverse dinastie.

 

Infine il nostro viaggio è terminato con la consapevolezza di aver assaggiato un piccolo, delizioso pezzetto di una terra millenaria e il forte desiderio di tornarci ancora.

 

 

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