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Patrimonio dell'Umanità

Pagoda della Grande Oca Selvaggia

Da Edoardo,2013-10-24

Situata nel complesso del tempio di Daci’en, nei sobborghi di Xi’an, la pagoda della grande Oca Selvaggia è una famosa opera architettonica cinese, considerata come il simbolo dell’antica capitale.

 

Originariamente edificata nel 589 d.C. durante la dinastia Sui, il tempio è stato chiamato Wu Luo Si, in onore del monaco buddista Xuan Zang che, al termine di una lunga epopea lungo la via della Seta, portò dall’India alla Cina i primi scritti sacri. Nel 648 quando l’imperatore Li Zhi, allora ancora principe, cominciò il restauro del tempio.

 

Questo era un simbolo di ringraziamento a sua madre in onore della sua dolcezza, dopo che fu colpita da una premature morte. Il tempio assunse l’attuale nome di tempio di Da ci’en (del ringraziamento). Si dice che l’imperatore Gaozong rendesse omaggio al tempio due volte al giorno inchinandosi nella sua direzione dal palazzo Huayuan. L’edificio, con 13 separati cortili, contiene 1.879 magnifiche sale ed era un posto di grande importanza durante la dinastia Tang. Ma dopo la caduta di questa dinastia andò incontro ad un graduale decadimento, la stanze e i saloni soppravvissuti furono ristrutturati durante la dinastia Ming. .

 

La Pagoda della Grande Oca Selvaggia fu terminata nel 652 d.C., con cinque piani e 60 metri di altezza. Il decadimento della base necessitò la ricostruzione di una pagoda a 10 piani dal 701 al 704 d.C. ad ogni modo le guerre ridussero la pagoda ad un ammasso di rovine, causando la sua ricostruzione in 7 piani alta 64 metri, che possiamo ammirare tutt’oggi.

 

La pagoda è un miracolo architettonico. È costruita con strati di mattoni senza alcun collante tra essi. Lo stile a mattoni è tipico dell’archiettura tradizionale cinese. Le congiunzioni tra le cuciture di mattoni e i “prismi” di ogni lato sono visibili molto chiaramente. Il possente corpo della pagoda, con la sua apparenza solenne, lo stile semplice e la struttura elevata sono un’incredibile esempio dell’ingegnosità e del talento degli antichi.

 

Dipinte del Re Celeste e di Buddha si stagliano sulla barre orizzontali del telaio della porta, mostrano forme vivide e linee delicate. Sono un’importante fonte per lo studio della pittura e della scultura della dinastia Tang. Tra questi, quello sulla barra orizzontale della porta ovest è il più prezioso, raro capolavoro fondamentale per lo studio della cultura della dinastia Tang.

 

All’interno del tempio in cui è situata la pagoda, ci sono due piccoli edifici: uno a est che ospita una campana, e uno a ovest con un tamburo. La campana, di metallo risalente alla dinastia Ming pesa 15 tonnellate. Assieme al tamburo era usata per segnalare le ore ai monaci.

 

Nella Grande Sala del Buddha ci sono le tre incarnazioni di Sakyamuni. Quella al centro è chiamata Dharmakaya, quella a ovest Bao Shen Buddha e quella a est Ying Shen Buddha. Nella Camera della Dottrina si staglia il Buddha Amitabhe. Sul muro est ci sono tre pergamene, quella nel mezzo chiamata Xuanzang (monaco Tripitaka) contiene le scritture per Chang’an. Durante la dinastia Tang, ogni candidato meritevole che passava gli esami imperiali doveva scalare la Pagoda della Grande Oca Selvaggia e incidere una poesia.

 

Il rituale simboleggiava una futura promozione. La moda di scrivere poesie e lasciare iscrizione sulle barre orizzontali della porte per coloro che passavano gli esami imperiali durò fino alla dinasta Ming. Queste opere sono arrivate fino a noi, come uno specchio dell’era passata. 

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