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Costumi della Cina

La Ragazza della Grande Muraglia 1

Da Monica,2013-08-09

Si racconta che all’epoca del primo imperatore cinese, Qin Shihuang, ci fosse questa bellissima ragazza, che poi si maritò con un giovanotto di nome Wan Xiliang. I due erano molto innamorati l’uno dell’altra ed erano felici. Ma dopo un solo mese dal loro matrimonio, la loro unione fu brutalmente stroncata. In quei giorni le autorità mandarono sbirri in tutti i villaggi e in tutti i distretti per reclutare centinaia di migliaia di uomini per i lavori forzati: Wan Xiliang era uno di questi disgraziati. Doveva partire subito. Dove andava? Nelle zone deserte del Nord. A che fare? A costruire la Grande Muraglia. Per quanto tempo vi sarebbe rimasto? Nessuno poteva dirlo. 

 

Questa sciagura si abbattè come un fulmine sulla vita felice di Meng Jiangnu e Wan Xiliang. L’arrivo degli sbirri delle autorità spezzò molte famiglie. Essi, come se portassero pecore e buoi al macello, costringevano ferocemente i contadini a lasciare tutto e a mettersi per strada. Meng Jiangnu provava sia paura che odio, e non sapeva che cosa doveva fare. Insieme ai suoceri accompagnò il marito fino al sentiero del villaggio, dove si erano ammassati tutti i familiari dei forzati, per dar loro un addio. Tutti erano angosciati. Meng si disperava di aver poco tempo per stare col marito, perchè aveva molte cose da dirgli e gli raccomandava ripetutamente di far attenzione alla salute e di scrivere spesso a casa e di ritornare il più presto possibile. Alla fine, sotto la pressione degli sbirri, i familiari furono allontanati dai forzati; questi si voltavano indietro per vedere ancora una volta i loro cari, mentre questi ultimi correvano avanti per salutarli di nuovo, fino a quando non si videro più. 

 

Meng Jiangnu tirava avanti con i suoceri ed era con loro gentile e filiale, come se il marito fosse in casa. Vedendo che la nuora li trattava bene, i genitori di Wan Xiliang si sentivano un pò consolati. 

 

Però da quando era partito, la famiglia non riceveva più notizie da Wan Xiliang. Meng Jiangnu si recava spesso all’entrata del villaggio per aspettare qualcuno che portasse un messaggio del marito. S’imbattè in alcuni che provenivano dal Nord, ma nessuno conosceva suo marito. Sempre in ansia, Meng Jiangnu pensava spesso a suo marito. 

 

Passarono alcuni anni ed arrivò un altro inverno. Soffiava un vento di tramontata che pungeva il viso come la lama di un coltello. Meng Jiangnu pensava al marito che si trovava nel nord: lassù c’era certamente più freddo e più vento, neve e ghiaccio, e pensava: i vestiti che lui ha portato con sè a quest’ora saranno diventati stracci, come può fare a resistere a questo freddo terribile? Ma lui come può procurarsene di nuovi per coprirsi? Solo io posso cucirgliene. Ma dopo averglieli cuciti, come potrò farglieli avere se non glieli porterò io personalmente? 

 

Così, Meng Jiangnu decise di fare i vestiti invernali per suo marito. Tagliò bene la stoffa e la cucì accuratamente, e i vestiti erano imbottiti in maniera perfetta. Lavorando, lei pregava che nel nord facesse meno freddo, che il vento soffiasse meno forte, non si tratteneva dal parlare, dentro di sè, col marito lontano, raccomandandogli di pazientare ancora per qualche giorno. 

 

Anche i suoceri erano molto in pena per il figlio, perciò erano d’accordo che la nuora gli portasse i vestiti. Temevano solo che Meng Jiangnu non conoscesse la strada e non sapesse dove si trovava precisamente il marito e che non riuscisse a portarglieli. 

 

Meng Jiangnuha rispose ai suoceri che, ovunque suo marito fosse stato mandato dall’imperatore Qin Shihuang, lo avrebbe trovato. I suoceri alla fine cedettero alle sue ragioni, anzi l’esortarono a mettersi in cammino appena avesse finito il suo lavoro.

 
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