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Architettura Cinese

Palazzi Imperiali Cinesi

Da Adelaide ,2013-09-04

I palazzi imperiali cinesi è un gran complesso architettonico per la residenza degli imperatori cinesi, ed è il più importante complesso nell’antichità. Nella lunga società feudale cinese, il sistema della centralizzazione basato sul potere imperiale ha incontrato un gran sviluppo. I palazzi sono le dimostrazioni notevoli della coscienza feudale, rappresentano il livello più alto dell’arte architettonico tradizionale in molti aspetti.

 

I palazzi imperiali sono costituiti da maestosi complessi architettonici eretti dai sovrani per consolidare il proprio dominio, esprimere la dignità e il prestigio del potere imperiale e soddisfare le proprie esigenze di vita spiriturale e materiale.

 

A partire dalla dinastia Qin (221 a.C. – 206 a.C.), il palazzo Gong diventò il quartiere di abitazine dell’imperatore e della sua famiglia, e la sala (Dian) la sede delle udienze imperiali. Gli antichi palazzi cinesi sono caratterizzati da enormi mensole, tetti di tegole smaltate giallo-dorate, motivi decorativi policromi, raffinati cassoni dei soffitti, piattaforme e balaustrate di marmo bianco, colonne, nonchè decorazioni architettoniche. La Sala della Suprema Armonia della Città Proibita costituisce un tipico esempio di architettura imperiale.

 

Per dimostrare il supremo potere imperiale e la concezione gerarchica imperniata sul nucleo del potere imperiale, gli antichi edifici cinesi adottano un rigoroso metodo di distribuzione simmetrica basata sull’asse centrale: gli edifici costruiti sull’asse centrale sono maestosi ed eleganti, mentre quelli ai lati sono piuttosto bassi e semplici. Anche i palazzi erano suddivisi in due parti: anteriore, ossia la Corte esterna, e posteriore, ossia la Corte interna. La parte anteriore era riservata alle udienze imperiali, alle cerimonie, ai festeggiamenti e ai banchetti. Nella parte posteriore, ossia la Corte interna, si trovavano le residenze dell’imperatore, dell’imperatrice e delle concubine.

 

La Città Proibita di Pechino

Il Museo dei palazzi imperiali di Pechino, chiamato anche Città Proibita, costituisce l’esempio più rappresentativo dell’antica architettura cinese. La Città Proibita costituisce il palazzo imperiale delle due dinastie Ming (1368 – 1644) e Qing (1644 – 1911) ed ospitò 24 imperatori. Il complesso copre una superficie di oltre 720.000 metri quadrati, di cui oltre 150.000 edificati, con attualmente oltre 8700 vani, la maggior parte dei quali nella forma dei tradizionali cortili quadrati. Intorno alla Città Proibita si trova un muro alto alcuni metri e lungo oltre 3400 metri, al di fuori del quale scorre un canale di difesa.

 

I principali edifici della Città Proibita sono: la Sala della Suprema Armonia, la Sala della Media Armonia e la Sala della Preservazione dell’Armonia, che costituiscono la parte anteriore del complesso, riservata alle cerimonie ufficiali e all’emanazione di decreti. Le tre sale si ergono su piattaforme di marmo bianco alte 8 metri. Nella parte posteriore della Città Proibita, ossia nella Corte interna, l’imperatore sbrigava gli affari governativi e resiedevano l’imperatrice e le concubine. I suo principali edifici sono: il Palazzo della Purezza Celeste, il Palazzo della Tranquillità Terrestre e il Giardino Imperiale, impregnati di una densa atmosfera di vita, e composti da giradini, sale di lettura, padiglioni e monticelli di pietre speciali, costituendo cortili separati.

 

A causa dei cambiamenti dinastici e delle guerre, in Cina rimangono pochi complessi di antichi palazzi. Oltre alla Città Proibita, esiste ancora il Palazzo Imperiale di Shenyang. Inoltre a Xi’an rimangono alcuni siti di palazzi imperiali delle dinastie Han e Tang. 

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